Il pesce siluro è sempre stato nei miei pensieri, sin da piccolo mi documentavo su questo straordinario pesce, tant’è che lo portai sia nell’elaborato di terza media sia nella tesina alle superiori.
Facciamo la sua conoscenza
Per chi non lo conoscesse è un grosso pesce d’acqua dolce, i piccoli esemplari si confondono con il pesce gatto. Gli occhi sono piccoli, il corpo è cilindrico, ma si assottiglia sempre di più verso la coda prendendo le caratteristiche morfologiche di siluro. La grande bocca è provvista di 3 paia di barbigli: un paio sulla mascella e 2 sulla mandibola che aiutano il pesce alla ricerca di cibo. La pinna caudale è a delta. La livrea è chiara sul ventre e bruna sui fianchi . È privo di squame e totalmente coperto di muco. In acque limpide si può facilmente riconoscere dal contrasto tra dorso nero e ventre bianco.
Originario dell’Europa orientale, è stato introdotto in Italia circa mezzo secolo fa e si è molto diffuso nel Po e nell’Adige. Il suo habitat ideale è costituito da grandi fiumi, ma anche paludi, stagni, laghi e canali sono gli ambienti migliori per la sua crescita. Può raggiungere 3 metri di lunghezza e 150kg di peso. La quantità di pesce mangiato è pari al 3% del suo peso corporeo. La pesca sportiva è molto diffusa ed è legata alla difficoltà di pesca per una preda delle sue dimensioni.
Tuttavia è minacciato da tutti: dalla pesca, dall’inquinamento, dalla costruzione di dighe e bacini. La scomparsa di specie come lo storione e il luccio hanno favorito l’insediamento del siluro. Le altre specie autoctone forniscono risorse trofiche per il pesce. La presenza di questo esemplare è considerata un ostacolo della rinaturalizzazione dei corsi d’acqua. Data la sua notevole presenza nella maggior parte di fiumi italiani, questo viene venduto al mercato italiano o ai negozi di sushi spacciandolo per un altro esemplare di pesce.
Lasciando stare il futuro della pesca, l’impoverimento della fauna acquatica, il vero problema è il fatto che esso rappresenta un potenziale veicolo di patologie, ed in questi anni di pandemia bisognerebbe porre l’attenzione soprattutto su questo aspetto. Carne non smilitarizzata, proveniente da siti inquinati e lavorati senza un minimo di igiene viene trasformata prima in denaro e poi finisce sulle nostre tavole! Ad oggi sono stati sterminati più di 25 tonnellate di siluri.
La presenza del siluro non è mai passata inosservata e già dall’antichità gli abitanti di fiumi e laghi conoscevano molto bene questa specie. Il primo che ha lasciato testimonianze riguardanti il suo comportamento è stato il famoso filosofo greco Aristotele.
“Piscis pisci praeda, at Siluro omnes” (ogni pesce è preda di un altro pesce, ma tutti lo sono del siluro).
Partiamo da questa locuzione latina per andare a descrivere quello che è il contenuto di questo articolo, la pesca al siluro. Già perchè il siluro non ha un vero e proprio predatore naturale se non se stesso. Ultimamente sono state introdotte numerose alborelle nei fiumi, frequentati dal siluro, con lo scopo di prevenire la già notevole diffusione, andando ad eliminare numerose uova adagiate sulle rive del fiume.
Tecniche
Esistono diverse tecniche per andare ad insidiare il siluro, molto dipende dalla stagione e dalla qualità/quantità dell’acqua.
- Nei mesi freddi (da ottobre a marzo) si userà il vertical.
- Nei mesi caldi (da aprile a settembre) si userà il clonk.
- Spinning solo in condizioni particolari del fiume, esempio durante una piena.
Il luogo di questa avventura non ha bisogno di particolari presentazioni, se non per un fatto che mi ha lasciato veramente a bocca aperta.
Sto parlando del nostro Fiume Po e la cosa che mi ha sbalordito è la tranquillità che si vive navigandolo.
Abbiamo iniziato la nostra seduta alle 8 del mattino partendo da Boretto ed arrivando fino a Mantova per poi tornare indietro.
Nel caso specifico siccome eravamo nella metà di ottobre si è prediletta la tecnica del vertical.
Vertical
Con l’avvicinarsi della stagione invernale e del freddo anche i nostri amici siluri perdono la gioia di vivere e tendono ad imbrancarsi in profondità, riducendo il loro metabolismo facendo lo stretto necessario per sopravvivere.
Per la buona riuscita di questa tecnica ci serve la fireball, che è nient’altro che un grosso peso a cui viene assecondanto un terminale di lenza montato con doppio amo, a cui va innestato un pesce vivo.

Nell’azione di pesca ci concentreremo a far lavorare la nostra esca in verticale sotto la barca, in prossimità del fondo, che grazie ad un ecoscandaglio sarà costantemente monitorato.
Bisognerà insistere a derivare il più possibile negli spot in cui si potrebbe nascondere il nostro amico.
Nel mio caso la mangiata è avvenuta vicinissima ad una riva sotto ad una grossa barca, non è stato difficile percepirla perchè ha attaccato l’esca con una certa irruenza.
Il combattimento, seppur breve trattandosi di un’esemplare molto piccolo, mi ha rilasciato una dose di adrenalina da farmi rimanere senza parole per i primi 5 minuti.
Dispiace sia stata l’unica cattura della giornata, ma c’era da aspettarselo visto le condizioni.
Sicuramente tornerò nella stagione estiva, con il riprendersi delle normali attività del siluro e anche per provare una nuova tecnica di pesca: il clonk.
Ringrazio River Passion per la professionalità e la simpatia durante la battuta di pesca, consigliatissimi per chiunque si voglia cimentare in questa esperienza.
Foto e video di Matteo Borghi, che ringrazio vivamente per il supporto psicofisico e per la battuta di pesca!