Quest’anno ho deciso di cambiare meta delle mie vacanze estive, che come mio solito erano per lo più fatte di spiagge bianchissime e mari cristallini.
Sono partito per la Giordania, il paese che racchiude il colore di tutte le sfumature della terra.
Affindandomi a Jordan Experience (un tour operator risiedente in Giordania con guida di lingua italiana) ho esplorato gran parte di questo paese, definito anche come “oasi di stabilità” data la collocazione nella turbolente regione del Medio Oriente.
Nonostante confini sia con Israele sia con la Siria, è un paese molto pacifico e cordiale, basti pensare che è uno dei pochi paesi dove musulmani e cristiani vivono in armonia, anche se solo il 6% è cristiano.
La nostra guida Josef scherzava sul fatto che il popolo giordano non ha trovato nè il petrolio nè il gas ed è per questo che non sono coinvolti in guerre e vivono in serenità.
Usi e costumi
La maggior parte della popolazione predica Maometto e segue le tradizioni patriarcali musulmane, con alcune sostanziali differenze.
Sebbene sia un paese molto tradizionalista la linea dello Stato è molto tollerante, rivolta all’apertura, ed è per questo che la regina Rania nel 2006 ha preso pubblicamente posizione riguardo l’imposizione del velo alle donne, che contraddice uno dei principi dell’Islam.
In particolare nella capitale Amman, le donne sono libere di indossare o meno il velo e giocano sempre più un ruolo importante nella società.
Ma questa tolleranza non è ancora accettata in tutti gli ambiti, ad esempio le donne che vanno a vivere da sole sono malviste dal popolo giordano e la convivenza tra uomo e donna può avvenire solo dopo il matrimonio.
Dopo il matrimonio la coppia va a vivere con molta probabilità nella casa del padre dello sposo, è infatti tradizione lasciare dei pilastri sopra l’abitazione in modo tale che i figli possono edificarvi.
La percentuale di persone che vive ancora nel deserto è molto bassa, si vedono vari tipi di tende: bianche, colorate e nere.
Le tende bianche sono per lo più di nomadi che si spostano in cerca di commercio, quelle colorate sono di zingari e quelle nere invece sono le tende beduine fatte col il pelo della capra che essendo impermeabile li protegge da eventuali piogge, sebbene siano stimati 300 giorni di sole all’anno.
Malgrado vivano lontani della società sono tutti cittadini giordani.
C’è un forte tasso di disoccupazione sopratutto nei giovani, una bambina beduina che “lavora” nel sito archeologico di Petra guadagna fino a 50 euro al giorno vendendo solo cartoline, sarà forse per questo?
Una tradizione musulmana che non conoscevo prima del mio arrivo e che mi ha sconvolto durante la notte è il richiamo alla preghiera, l’Adhan, che avviene per 5 volte al giorno.
Sconvolto perchè la prima di queste avviene al sorgere del sole, circa alle 4 di mattina e l’hotel era posizionato vicino ad uno dei ripetitori dove il Muezzin recita appunto l’Adhan, si può dire che il mio primo risveglio in terra giordana non sia stato dei migliori.
Gli uomini vengono anche chiamati Abu più il nome del primogenito maschio (se non c’è il maschio, la primogenita femmina) o anche con il nome del prossimo nascituro, per esempio vorrei chiamare mio figlio Luca e verrò chiamato Abu Luca, viene usato per portare rispetto alla persona, un pò come se noi dassimo del Lei.
Per quanto riguarda i trasporti pubblici non esistono nè tram nè treni, esiste un solo binario di epoca Ottomana che percorre gran parte del deserto entrando anche nel Wadi Rum, viene per lo più utilizzato come attrazione turistica e percorre 2km in funzione di ciò.
Il trasporto pubblico avviene quindi solo su ruote, ad esempio i taxi bianchi sono una sorta di bus pubblici dove possono salire più persone.
Essendo un paese per lo più desertico, con pochissime falde acquifere, per ovviare ad eventuali crisi idriche lo Stato raziona l’acqua una volta a settimana, tutte le abitazioni sono dotate di una o più cisterne di colore bianco dove una volta ogni 7 giorni vengono riempite d’acqua.
Tappe
- Amman
- Amman Downtown – Jerash – Ajlun
- Madaba – Monte Nebo – Shobak
- Petra
- Piccola Petra – Wadi Rum
- Mar Morto
Il primo giorno viene volutamente lasciato libero.
SECONDO GIORNO
Dal secondo giorno parte il tour vero e proprio, dopo la prima colazione siamo partiti verso Jerash (Gerasa), la Pompei dell’est; varcando la porta monumentale sud, si entrerà in una vera e propria città romana.
Jerash potrebbe essere definita patrimonio UNESCO, nel corso degli anni è stata sistemata con del cemento e per via di questo non può essere inserita nei siti UNESCO, stanno comunque lavorando per rimuoverlo e per poter far diventare Gerasa patrimonio dell’umanità.
Gerasa è stata scoperta da un esploratore argentino che stava scavando la zona, l’intera Jerash era ricoperta da metri di sabbia. Passeggiando per la strada principale si può notare come i Romani costruirono le colonne antisismiche.
Partenza per Ajloun, un castello islamico militare usato dalle truppe di Saladino per proteggere la regione contro i crociati.
Ritorno ad Amman per esplorare la capitale, città conosciuta da circa 100 anni, chiamata un tempo Rabbat Ammoun; visita della Cittadella, delle Rovine Romane, del Teatro Romano e dell’animato souk.


TERZO GIORNO
Il terzo giorno siamo partiti per Madaba dove risiede una delle chiese più spettacolari al mondo; la Chiesa di San Giorgio, eretta su di un pavimento decorato a mosaico raffigurante la mappa di Gerusalemme.
In seguito salita sul Monte Nebo, il luogo dove Mosè venne sepolto. Sfortunamente nel corso della giornata c’era molto foschia e non si è potuto godere della vista straordinaria sulla Valle del Giordano, sul Mar Morto e su Gerico dall’altra sponda del fiume Giordano.
Proseguiamo verso il castello di Shobak, un tempo chiamato “Mont Real”. Si trova sul fianco di una montagna, su una vasta area di alberi da frutto. L’esterno del castello è imponente, con una tripla cinta muraria intorno, venne costruito dai Crociati. Nonostante le precauzioni prese dal suo costruttore che la dichiarò inespugnabile, la fortezza cadde in mano a Saladino solo 75 anni dopo la sua costruzione.
Il segreto dei Crociati fu un pozzo molto profondo (di circa 70 metri) che permetteva al Castello di Shobak di sopportare assedi molto lunghi.


QUARTO GIORNO
Si parte per la volta di Petra, antica capitale del Regno dei Nabatei. La città perduta di Petra, scavata interamente dall’uomo tra le
montagne rosa-rosse, mette a dura prova l’immaginazione. Questa città fu volutamente nascosta dai nomadi per anni, finchè un giorno un esploratore riuscì ad entrare travestendosi da beduino.L’UNESCO ha inserito la città nella lista del Patrimonio Mondiale.
Il sito archeologico di Petra racchiude ben 800 monumenti in una superficie di circa 264 chilometri quadrati.
Abbiamo visitato il Siq, una gola profonda e stretta che termina con il più famoso monumento di Petra, al-Khazneh o il Tesoro.
Facilmente riconoscibile nella scena finale del film “Indiana Jones e l’ultima crociata”.
Ma il Tesoro è solo l’inizio…L’esperienza più emozionante è quella di camminare tra le favolose pareti multicolori e superare gli scalini irregolari tra le centinaia di edifici scavati nella roccia ed erosi dal tempo.
Personalmente mi sarebbe piaciuto esplorare qualche giorno in più questo sito, perchè è veramente immenso.
Nel corso della giornata siamo riusciti a fare solo una delle 3 gradinate, nell’ordine sono fatte da 600,700,800 gradini.
La salita con meno scalini è quella che porta alla visione del Tesoro dall’alto, quella da 700 porta invece all’antico altare del Sacrificio e invece quella che abbiamo fatto, da 800, porta al Monastero.
Quando fu inserita come sito Unesco furono anche cacciati i beduini dall’interno del sito, perchè era la loro dimora.
Oggi i beduini sono ancora presenti ma non possono più dormire all’interno, si occupano della pulizia di Petra.




QUINTO GIORNO
A differenza di Petra, nella quale i Nabatei vivevano e seppellivano i propri morti, la Piccola Petra fu pensata per ospitare le carovane provenienti dall’Arabia e dall’Oriente, in viaggio per la Siria e l’Egitto. Per poter far sostare dopo la traversata del Wadi Rum, i Nabatei scavarono dapprima delle piccole grotte nella roccia arenaria, arrivando poi a costruirne di grandiose per il numero di carovanieri che vi
sostavano.
Proseguimento per il Wadi Rum, antico luogo di passaggio delle carovane che, cariche di merce preziosa, dalla penisola arabica si spostavano verso nord per raggiungere i porti del Mediterraneo. La sua bellezza è caratterizzata da montagne segnate dal tempo e da altissime dune di color rosso intenso.
Escursione in Jeep 4×4 della durata di 2 ore, dove ci siamo fermati all’interno di una tenda beduina e come tradizione ci ha offerto il tè al cardamomo, salvia e cannella, questa bevanda viene consumata in grandi quantità per combattere il caldo desertico.





SESTO GIORNO
Ultima tappa del tour è il Mar Morto, il punto più basso della terra, con i suoi 423 metri sotto il livello del mare.
Ogni anno per via della siccità questo mare si ritira, entro 40 anni non rimarrà nulla del Mar Morto, esiste un progetto per far confluire il Mar Rosso al suo interno, ma è ancora tutto su carta.
La sensazione di galleggiare al suo interno è unica, ma a parte quello in estate è veramente invivibile, le temperature raggiungono i 45 gradi e anche l’acqua non è per nulla rinfrescante.
Sconsiglio vivamente di tuffarvi nel Mar Morto dopo una ceretta o con una qualsiasi lacerazione, doveroso anche ribadire di non immergersi con gli occhi aperti.

Ed eccoci alla fine di questo tour… che dire le cose da raccontare sono tantissime, probabilmente avrò tralasciato informazioni che per altri possono essere importanti, in qualsiasi caso mi farà solo piacere rispondere alle vostre domande.
Raccomandazioni
Per viaggiare in Giordania è necessario il passaporto, con validità residua di almeno 6 mesi al momento dell’ingresso nel Paese.
E’ altresì necessario il visto d’ingresso.
Per tutti gli stranieri che viaggino con mezzo aereo verso la Giordania, al fine di ricevere la carta di imbarco, è necessaria solo la registrazione sulla piattaforma https://www.gateway2jordan.gov.jo/form/ (a seguito della quale si riceverà via mail un codice da mostrare al check-in) e compilare e consegnare al banco del check-in un formulario, reperibile al seguente link https://www.carc.jo/images/COVID19/Declaration-Form.pdf.
Se prenotate tramite agenzia saranno loro i primi ad aggiornavi su cosa serve, consiglio comunque di affidarvi ad un tour operator con guida annessa durante la vostra permanenza in Giordania.
Il periodo migliore per visitare la Giordania è tra aprile e maggio e tra settembre e ottobre, visitandola nei primi di Agosto posso confermare che le temperature sono veramente torride la media è sui 34 gradi con un clima particolarmente secco.
Non so se è per via del poco inquinamento o per altro ma sta di fatto che nei 7 giorni, nonostante fossi costantamente sotto il sole, non mi sono bruciato, neanche con i 45 gradi del Mar Morto.
Per quanta riguarda il cibo non possiamo paragonare la cucina giordana con quella italiana, ho mangiato solo riso.
Sconsiglio di bere e di lavarsi i denti con l’aqua del rubinetto, in gran parte degli hotel vengono fornite in camere delle bottigliette come benvenuto.
Ringrazio Gege per il viaggio.
A presto!