Sai perché il Giappone è chiamato il Paese del Sol Levante? Questo nome gli fu dato dai cinesi, poiché il Giappone si trova a est rispetto alla Cina, dove sorge il sole.

Io e mio fratello sognavamo questo viaggio da tanto tempo, ma tra la pandemia e il Giappone chiuso ai turisti, abbiamo dovuto aspettare il 2024 per trasformare il nostro desiderio in realtà.

Il primo grande dubbio è stato: meglio affidarci a un viaggio organizzato o pianificare l’itinerario da soli? Dopo molte riflessioni e richieste di preventivi, abbiamo scelto di organizzarci autonomamente. Questo ci ha permesso di farci un’idea delle città principali da visitare e dei costi, ma è stata soprattutto la questione economica a influenzare la decisione: ogni viaggio organizzato superava di gran lunga il budget che avevamo stabilito.

Il secondo nodo da sciogliere riguardava il volo. L’unico volo diretto dall’Italia a novembre 2024 era il Roma-Tokyo Haneda (12 ore), ma i costi erano decisamente più alti rispetto a quelli con scali.


Alla fine, abbiamo optato per un volo Air China con scalo in Cina:

  • Andata: Milano Malpensa – Pechino – Tokyo Narita
  • Ritorno: Tokyo Narita – Shanghai – Milano Malpensa
    Entrambi i voli prevedevano scali di 4 ore. Il costo totale di 1.400 euro a/r ci è sembrato un ottimo compromesso, e così è stato (escludendo qualche inconveniente al ritorno, ma questa è un’altra storia). I posti erano spaziosi, dotati di monitor per l’intrattenimento, e ci sono stati serviti tre pasti sia all’andata che al ritorno.

Detto ciò, se ne avete la possibilità, vi consiglio di optare per un volo diretto e di preferire l’aeroporto di Haneda rispetto a quello di Narita. Haneda è decisamente più comodo, grazie alla sua posizione strategica e ai migliori collegamenti con il centro di Tokyo. Narita, invece, si trova a circa 70 km dalla città, rendendo gli spostamenti più lunghi e meno pratici.

L’ultima domanda che ci siamo posti, come accade a chiunque stia organizzando un viaggio in Giappone, è stata: conviene acquistare il Japan Rail Pass oppure no?

La risposta dipende principalmente dalla durata del vostro soggiorno e dalle città che intendete visitare. Nel nostro caso, considerando l’itinerario, la risposta è stata negativa. Con i prezzi aggiornati a novembre 2024 (ad esempio, 323€ per 7 giorni), non era vantaggioso rispetto alle tratte che avevamo pianificato.
Per tutti i nostri spostamenti, Google Maps si è rivelato un alleato indispensabile. Forniva tutte le informazioni necessarie per utilizzare i mezzi pubblici senza difficoltà: dal numero di fermate alle indicazioni sulle entrate e uscite delle stazioni, fino al costo dei singoli biglietti.

Per pianificare il nostro itinerario di 15 giorni in Giappone, ci siamo immersi nella lettura di blog, abbiamo passato ore su TikTok e Instagram, e ci siamo affidati soprattutto ai preziosi consigli di Marco Togni. Così, passo dopo passo, abbiamo creato il nostro viaggio su misura.

Il nostro itinerario

Il nostro itinerario, in sintesi, prevedeva: 5 giorni a Tokyo, 1 giorno a Takayama, 4 giorni a Kyoto, 4 giorni a Osaka e l’ultimo giorno nuovamente a Tokyo, in un hotel vicino all’aeroporto di Narita.

Tokyo

PRIMO GIORNO

Dopo oltre 18 ore di volo, inclusi gli scali, siamo atterrati nel tardo pomeriggio all’aeroporto di Tokyo Narita. Da lì, ci attendeva ancora un’ora di viaggio per raggiungere l’hotel a Tokyo. Avevamo prenotato in anticipo un taxi per portarci direttamente dall’aeroporto all’albergo, visto che non eravamo ancora pratici dei mezzi di trasporto locali. Con il senno di poi, avremmo potuto optare per il comodo Narita Express fino alla stazione di Tokyo, seguito dalla metro per arrivare a destinazione.

Come accennato, è decisamente più comodo atterrare all’aeroporto di Haneda, che è più vicino e meglio collegato alla città.

Il nostro hotel si trovava nel quartiere di Yotsuya, a pochi passi dall’omonima stazione della metropolitana. Durante il soggiorno, abbiamo utilizzato quasi esclusivamente la metro per muoverci nella metropoli.

Il primo giorno a Tokyo è trascorso velocemente: un’uscita per assaggiare un delizioso ramen e poi rientro in albergo per le 20, sopraffatti dalla stanchezza.

Nota importante: il jet lag si è fatto sentire parecchio (il fuso orario è di +7/+8 ore rispetto all’Italia, a seconda dell’ora legale). Il mio consiglio è di cercare di restare svegli il più a lungo possibile i primi giorni, evitando di andare a dormire presto con conseguente sveglia alle 3 o 4 del mattino, come è successo a noi.

SECONDO GIORNO

Il secondo giorno ci immergiamo nell’avventura, dirigendoci verso Asakusa, il quartiere più antico di Tokyo, famoso per i suoi templi e i negozi tradizionali. Appena usciti dalla stazione, la vista è subito catturata dal Kaminarimon, una delle porte più iconiche della città, che introduce al Tempio Senso-ji. Per raggiungerlo, si percorre la vivace Nakamise Dori, conosciuta anche come “strada centrale”, costellata di bancarelle che offrono street food e negozietti che vendono souvenir tradizionali, come le bambole kokeshi.

Dopo aver esplorato uno dei templi buddisti più sacri del Giappone, arriva il momento del pranzo. Iniziamo con un assaggio di takoyaki, le famose polpette di pastella ripiene di polpo bollito, un classico dello street food giapponese. Proseguiamo con un’esperienza culinaria unica ad Asakusa, fermandoci da Maguro Bito, un minuscolo ristorante di sushi di appena 15 metri quadrati, con pochi coperti (circa sei) dove si mangia in piedi. Un’esperienza autentica e imperdibile.

A stomaco pieno, ci dirigiamo alla Tokyo Skytree, che con i suoi 634 metri è una delle torri più alte al mondo. La struttura offre diverse attrazioni, tra cui le spettacolari piattaforme di osservazione al terzo e quarto piano, dalle quali, nei giorni più limpidi, è possibile ammirare il Monte Fuji. Al quarto piano troviamo anche una mostra temporanea dedicata a Jujutsu Kaisen, organizzata in occasione dell’imminente uscita di un film anime ambientato proprio nella torre, da questo dettaglio si può capire quanto sia importante l’aspetto anime per il Giappone.

Concludiamo la giornata nel quartiere di Akihabara, un luogo unico e difficile da definire, ma sicuramente il paradiso degli otaku, gli appassionati di manga, anime e videogiochi. Questo quartiere è famoso per le sue vie piene di insegne luminose e palazzi dedicati a ogni tipo di hobby e collezionismo. La sera, Akihabara si anima con le sue luci e un’atmosfera vibrante, perfetta per chi vuole esplorare il lato più eccentrico di Tokyo.

TERZO GIORNO

Affidandoci a un tour operator, decidiamo di intraprendere un’escursione verso la quinta stazione del Monte Fuji, dove, condizioni meteorologiche permettendo, è possibile ammirare il monte in tutta la sua maestosità.
I tour per la quinta stazione seguono itinerari molto simili: prevedono il prelievo in autobus da alcuni punti di raccolta prefissati, da cui si parte per raggiungere la quinta stazione. Successivamente, si prosegue verso l’area di Hakone, dove una funivia conduce al lago Ashi, per poi imbarcarsi in una crociera panoramica sul lago. L’escursione si conclude con il ritorno a Tokyo a bordo del veloce Shinkansen.
Sfortunatamente, abbiamo scelto l’escursione proprio nell’unico giorno, tra i 15 trascorsi in Giappone, in cui il tempo è stato particolarmente nuvoloso e persino piovoso. Di conseguenza, non siamo riusciti a vedere il Monte Fuji, se non per un breve istante durante il viaggio di ritorno in autobus.

Concludiamo la giornata con un suggestivo tour notturno nel quartiere di Shinjuku, uno dei cuori pulsanti di Tokyo. Questo quartiere incarna l’energia della città, con le sue luci al neon, insegne luminose e maxi schermi che illuminano ogni angolo, creando un’atmosfera vibrante e coinvolgente. Shinjuku è il perfetto equilibrio tra modernità sfavillante e tradizione nascosta nei suoi angoli meno frequentati.
Giunta l’ora di cena, decidiamo di fermarci in un locale caratteristico nei pressi dell’iconica testa di Godzilla per provare un donburi, un piatto tipico giapponese. Il donburi consiste in una ciotola di riso sormontata da una varietà di ingredienti come pesce, carne, verdure, uova e molto altro, un pasto semplice ma ricco di sapori autentici.
La serata si conclude con una passeggiata attraverso Kabukicho, la vivace zona a luci rosse di Tokyo, e il Golden Gai, un’area unica e affascinante. Il Golden Gai è composto da oltre 200 piccoli bar e ristoranti sparsi tra stretti vicoli dall’atmosfera nostalgica. Ogni locale è minuscolo, con alcuni che non possono ospitare più di cinque persone. Molti di questi bar applicano l’otoshi, una sorta di coperto che include uno snack iniziale; quelli che non lo fanno esibiscono un cartello “No Charge” all’esterno.
Percorrendo le vie del Golden Gai sembra di viaggiare indietro nel tempo, come se il passato si fosse cristallizzato in questa piccola enclave, in netto contrasto con la modernità sfavillante che caratterizza il resto di Shinjuku. Un luogo che racchiude il fascino di un Giappone che resiste al tempo, offrendo un’esperienza unica e indimenticabile.

QUARTO GIORNO

L’avevamo pensato come un giorno di relax, perfetto per riposarci un po’ e recuperare le energie accumulate nei giorni precedenti.
Dopo una ricca colazione a buffet in hotel, siamo partiti alla volta del Palazzo Imperiale di Tokyo. Questo luogo, simbolo della storia e della tradizione giapponese, è la residenza ufficiale della famiglia imperiale. Sebbene l’accesso alla zona interna non sia consentito al pubblico, la vasta area esterna, con i suoi giardini curati e gli scorci pittoreschi, merita senza dubbio una visita.
Conclusa la visita al Palazzo Imperiale, ci siamo diretti verso il Tsukiji Market, l’ex mercato del pesce più famoso del Giappone. Dal 2018, le aste del tonno sono state trasferite nella zona di Toyosu, ma l’area esterna di Tsukiji continua a essere un punto di riferimento per gli appassionati di cibo. Qui, tra bancarelle, ristoranti e bar, è possibile respirare l’atmosfera vivace del mercato di un tempo.
Non potevamo perdere l’occasione di assaggiare il sushi in questa zona e abbiamo scelto il ristorante Zanmai, una catena famosa a Tokyo per l’eccellente qualità del pesce. L’esperienza è stata eccezionale, e consiglio vivamente questo ristorante a chiunque voglia provare un sushi fresco e di qualità.

Il resto della giornata l’abbiamo dedicato all’esplorazione di due dei quartieri più iconici di Tokyo: Harajuku e Shibuya.

Harajuku è il cuore pulsante della cultura pop giapponese, famosa per la sua eccentricità e vivacità. Le sue strette vie, come la celebre Takeshita Street, pullulano di negozi che vendono moda stravagante, accessori coloratissimi e oggetti legati alla cultura kawaii e anime. È impossibile non rimanere colpiti dalla creatività che si respira ovunque: dai bar tematici, che ospitano animali come maialini, lontre o capibara, alle bancarelle che preparano dorayaki freschi, i dolcetti preferiti da Doraemon. Harajuku è il luogo ideale per immergersi in un’atmosfera unica e vibrante.
Shibuya, invece, è famosa in tutto il mondo per il suo celebre incrocio pedonale, un simbolo della frenesia metropolitana di Tokyo. Visto dal vivo, l’incrocio non sembra così vasto come appare nei video sui social, ma resta comunque impressionante osservare il flusso continuo di persone che si muovono in perfetta armonia. La sera, Shibuya acquista un fascino particolare, con le sue luci al neon e l’energia che si amplifica dopo il tramonto.
Per gli appassionati di One Piece, una tappa imperdibile è il Mugiwara Store, situato al sesto piano del centro commerciale Parco. Qui è possibile trovare ogni sorta di gadget e merchandise dedicato alla celebre serie, rendendo la visita un’esperienza entusiasmante per i fan.
Questi due quartieri, con le loro anime così diverse ma complementari, hanno reso la giornata un perfetto mix di cultura, divertimento e scoperta.

QUINTO GIORNO

L’ultimo giorno non l’abbiamo dedicato a Tokyo, ma ci siamo avventurati fuori città per una gita a Kamakura ed Enoshima, due luoghi ricchi di fascino e storia.
Kamakura è una cittadina costiera che riesce a combinare armoniosamente antichità e modernità. Tra i suoi tesori più famosi spicca il Grande Buddha (Daibutsu), una maestosa statua in bronzo alta oltre 11 metri, la seconda più grande del Giappone. Circondata da templi e una natura tranquilla, Kamakura offre un’atmosfera serena e suggestiva, perfetta per immergersi nella spiritualità e nella tradizione giapponese.

Enoshima, una piccola isola collegata a Kamakura da un ponte pedonale, è altrettanto affascinante. Conosciuta per i suoi panorami mozzafiato sull’oceano, i sentieri che attraversano rigogliosi giardini e i santuari dedicati alla dea Benzaiten, è un luogo che regala una pausa rilassante dalla frenesia della città. L’isola è anche famosa per i suoi piatti di pesce fresco e le sue spiagge, che attirano visitatori soprattutto nei mesi più caldi.

Kamakura mi ha particolarmente colpito e spero di poterci tornare in una stagione calda, quando la vicinanza all’oceano rende l’esperienza ancora più speciale.

Takayama

Ci trasferiamo a Takayama utilizzando il treno veloce Shinkansen, con un cambio a Nagoya per raggiungere la nostra destinazione.
All’arrivo a Takayama, ci dirigiamo verso il Ryokan Tanabe, un’autentica locanda tradizionale giapponese. I ryokan rappresentano un’esperienza imperdibile per chi visita il Giappone, poiché offrono un’immersione nell’atmosfera casalinga e accogliente dei tempi antichi. La giornata era particolarmente piovosa, quindi abbiamo atteso una ventina di minuti in stazione prima di dirigerci verso l’hotel, aspettando che la pioggia si attenuasse.

Al nostro arrivo, siamo stati accolti dalla proprietaria del ryokan, che ci ha chiesto di togliere le scarpe prima di salire sul tatami e di procedere al check-in. Dopo aver completato le formalità, siamo stati accompagnati nella nostra stanza, dove ci hanno offerto un tè matcha accompagnato da dolcetti tradizionali.
La camera, durante il giorno, è essenziale, con un tavolino basso al centro della stanza. Alla sera, il personale viene a preparare i futon, sistemandoli direttamente sul tatami per la notte. Il soggiorno include sia la cena che la colazione, entrambe servite direttamente in camera, rendendo l’esperienza ancora più intima e rilassante.
I ryokan sono spesso dotati di onsen, i tipici bagni termali giapponesi. Anche se non ho provato l’onsen comune, nella mia stanza era presente una vasca privata con acqua termale calda, che ho sfruttato per un bagno rigenerante. Se in futuro avrò l’occasione, proverò sicuramente anche l’esperienza dell’onsen tradizionale.

Kyoto

PRIMO GIORNO

Siamo partiti da Takayama in direzione Kyoto, optando per un viaggio in pullman per poter fare tappa nella città di Shirakawa-go e visitarla. Purtroppo, non è stata la scelta migliore: il tragitto è durato ben 10 ore, con numerose fermate lungo il percorso, facendoci perdere molto tempo.
Detto questo, Shirakawa-go è una città davvero affascinante, caratterizzata da abitazioni tradizionali con tetti di paglia che la rendono unica.

SECONDO GIORNO

Una volta arrivati a Kyoto, avevamo programmato due tour per i giorni successivi, ma, incerti sul meteo, abbiamo deciso di visitare subito il Fushimi Inari autonomamente. In questo modo, avremmo avuto la possibilità di tornare con il tour organizzato il giorno seguente, se il tempo lo avesse permesso.

Per muoverci a Kyoto, abbiamo scelto di utilizzare i bus locali, che si sono rivelati sempre puntualissimi e molto frequenti. La tariffa è fissa a 200 yen, indipendentemente dal numero di fermate (aggiornato a novembre 2024). Esistono anche diverse opzioni di abbonamento, come il pass giornaliero illimitato per bus e metro, molto pratico per chi vuole esplorare la città in libertà.

Il nostro itinerario ha incluso alcune delle mete più iconiche di Kyoto: abbiamo iniziato con il Ginkaku-ji (il Padiglione d’Argento), poi il Castello di Nijo, seguito dal Fushimi Inari, che abbiamo percorso fino alla cima, e infine il Nishiki Market, un vivace mercato pieno di sapori locali e prodotti artigianali.

TERZO GIORNO

Il terzo giorno abbiamo dedicato il nostro tour a Hiroshima e all’isola di Miyajima.

La visita a Hiroshima è stata un’esperienza profondamente toccante. Il museo della pace presenta in modo crudo e diretto gli eventi legati alla bomba atomica, suscitando un forte impatto emotivo. È impressionante vedere come la città sia riuscita a rinascere, trasformandosi in un simbolo di resilienza e pace.

L’isola di Miyajima, invece, è un luogo di straordinaria bellezza e spiritualità. Il suo simbolo più famoso è il maestoso torii rosso, alto 16 metri, che sembra galleggiare sull’acqua durante l’alta marea, creando un’atmosfera magica. Come a Nara, anche qui i cervi si muovono liberamente per l’isola, aggiungendo un tocco unico al paesaggio. Miyajima offre inoltre templi antichi, come il santuario Itsukushima, sentieri panoramici immersi nella natura e specialità culinarie da provare, come le ostriche fresche e i momiji manju, dolci tipici a forma di foglia d’acero.

La sera abbiamo esplorato il quartiere di Gion, noto anche come il quartiere delle geisha, un luogo affascinante dove il passato sembra convivere con il presente. Durante la passeggiata, abbiamo avuto la fortuna di incrociare una maiko, una giovane apprendista geisha.

La differenza tra maiko e geisha è significativa. Le maiko sono apprendiste, solitamente più giovani, che si preparano a diventare geisha attraverso anni di intenso addestramento. Indossano kimono più elaborati e colorati, con maniche lunghe e decorazioni vivaci, e le loro acconciature sono adornate con intricati ornamenti. Le geisha, invece, sono già completamente formate e il loro stile è più sobrio ed elegante, con kimono raffinati e meno appariscenti.

Diventare geisha è un percorso impegnativo e pieno di sacrifici. Richiede anni di formazione in arti tradizionali come la danza, il canto, la musica e la cerimonia del tè, oltre a sviluppare la grazia e il portamento che le caratterizzano. È una professione che incarna dedizione e disciplina, ma che rappresenta anche un elemento unico e prezioso della cultura giapponese.

QUARTO GIORNO

Nell’ultimo giorno a Kyoto, abbiamo partecipato a un tour che ci ha portato a visitare alcune delle attrazioni più iconiche della città:

Kiyomizu-dera
Questo splendido tempio, patrimonio UNESCO, è famoso per la sua terrazza in legno che si affaccia su una valle verdeggiante. La vista è spettacolare in ogni stagione, che si tratti dei fiori di ciliegio in primavera o del foliage autunnale. Passeggiando tra i suoi edifici, si respira un’atmosfera di grande spiritualità.

Sanjusangen-do
Un tempio unico nel suo genere, noto per ospitare 1.001 statue della dea Kannon, la divinità della misericordia. La disposizione delle statue in legno dorato è impressionante e trasmette un senso di maestosità e pace.

Arashiyama
Questo pittoresco quartiere è famoso per la sua foresta di bambù, un luogo quasi surreale dove i suoni del vento tra i bambù creano un’atmosfera rilassante. La zona offre anche deliziosi negozi e caffetterie, ideali per una pausa.

Tenryu-ji
Situato ad Arashiyama, questo tempio zen è circondato da uno splendido giardino che si integra perfettamente con le colline circostanti. La cura nei dettagli del paesaggio riflette l’armonia tipica dello stile giapponese.

Kinkaku-ji
Conosciuto anche come il Padiglione d’Oro, è uno dei templi più famosi del Giappone. Interamente ricoperto di foglie d’oro, si specchia magnificamente nel lago circostante, creando una vista mozzafiato che lascia senza parole.

Fushimi Inari
Abbiamo concluso il tour con un ritorno al Fushimi Inari, questa volta esplorandolo con una nuova prospettiva. I suoi infiniti torii vermigli, che creano tunnel spettacolari lungo il sentiero del monte Inari, sono un’esperienza che non stanca mai e che regala un senso di pace e connessione con la natura.

Questo itinerario ci ha permesso di immergerci nelle bellezze di Kyoto, scoprendo sia la sua profonda spiritualità che la straordinaria armonia tra architettura e paesaggio.

Osaka

PRIMO GIORNO

Nel primo giorno a Osaka abbiamo esplorato due dei quartieri più vivaci e iconici della città: Shinsekai e Dotonbori.

Shinsekai
Questo quartiere unico combina un’atmosfera retrò con un fascino particolare. Dominato dalla torre Tsutenkaku, simbolo della zona, Shinsekai è ricco di ristoranti tradizionali, come quelli che servono il famoso kushikatsu (spiedini fritti). Passeggiando tra le sue vie, sembra di fare un tuffo nel passato, grazie alle insegne colorate e all’ambiente autentico che evoca il Giappone di un tempo.

Dotonbori
Dotonbori, invece, è il cuore pulsante della vita notturna e dello shopping di Osaka. Famoso per le sue luci al neon e le gigantesche insegne luminose, come il celebre uomo Glico, è il luogo ideale per immergersi nell’energia vibrante della città. Qui si possono assaggiare specialità come takoyaki (polpette di polpo) e okonomiyaki (una sorta di pancake salato), passeggiando lungo il canale che attraversa il quartiere.

Abbiamo anche visitato entrambi i Pokémon Center di Osaka, un vero paradiso per i fan, dove abbiamo trovato souvenir unici e collezionabili esclusivi.

Di notte, i quartieri di Osaka assumono un aspetto completamente diverso. Le luci al neon, le grafiche LED e l’atmosfera vivace li trasformano in scenari futuristici, come se ci si trovasse in una città avveniristica, piena di colori e vita. L’energia contagiosa e l’unicità di Osaka ci hanno lasciato un ricordo indelebile.

SECONDO GIORNO

Il secondo giorno, complice una giornata uggiosa, abbiamo deciso di dedicarci allo shopping. Tra le varie tappe, siamo andati in uno dei famosi negozi Don Quijote, presenti in tutto il Giappone. Questi negozi sono dei veri e propri paradisi del caos: offrono di tutto, dai gadget stravaganti ai prodotti di uso quotidiano, ed è praticamente impossibile uscire a mani vuote. Ad esempio, non ho resistito e ho comprato… delle mutande di Psyduck!

Abbiamo anche approfittato della giornata per acquistare una nuova valigia, dato che i souvenir accumulati durante il viaggio non entravano più in quelle che avevamo portato con noi. È stata un’ottima occasione per riorganizzare i nostri acquisti e prepararci per i giorni successivi.

TERZO GIORNO

Concludiamo il nostro ultimo giorno visitando la città di Nara, famosa per i suoi cervi che popolano ogni angolo della città. Questi animali, considerati sacri secondo la tradizione locale, convivono in perfetta armonia con gli esseri umani. La loro presenza è talmente integrata nella vita quotidiana che persino l’apertura delle porte nei locali è progettata per loro: si devono tirare e non spingere, bagni inclusi, per evitare che i cervi entrino.

Durante la nostra permanenza a Nara abbiamo visitato:

Kōfuku-ji
Uno dei templi più importanti di Nara, il Kōfuku-ji è famoso per la sua pagoda a cinque piani, la seconda più alta del Giappone. Questo tempio, parte del patrimonio UNESCO, rappresenta un magnifico esempio di architettura buddista e ospita anche il Kokuhōkan, il Museo Nazionale del Tesoro, che conserva preziose opere d’arte e reliquie storiche.

Tōdai-ji
Il Tōdai-ji è senza dubbio l’attrazione principale di Nara. Questo imponente tempio è celebre per la sua Daibutsuden, la sala del Grande Buddha, che ospita una statua in bronzo alta 15 metri raffigurante il Buddha Vairocana. Entrare in questo tempio è un’esperienza mozzafiato: la grandezza della struttura e l’aura spirituale che si respira rendono la visita indimenticabile. Nei dintorni, è possibile passeggiare tra giardini e sentieri che offrono scorci incantevoli, completando la magia di Nara.


ARRIVEDERCI

Si conclude così il nostro primo, ma sicuramente non ultimo, viaggio in Giappone. È stato un itinerario intenso, con decine di chilometri percorsi a piedi per riuscire a visitare gran parte delle attrazioni principali. Alcuni luoghi, però, erano davvero affollati di turisti e non hanno suscitato l’emozione che ci aspettavamo.

La prossima volta torneremo sicuramente a Tokyo, ma vorremmo anche scoprire città più tranquille, lontane dal caos. Una meta che ci attira molto è la regione di Hokkaido, con i suoi paesaggi incontaminati e l’atmosfera rilassata. Oppure, magari in estate, ci piacerebbe esplorare alcune delle isole giapponesi, come Okinawa, per goderci un lato del Giappone più tropicale e meno conosciuto. Questo viaggio è stato solo l’inizio di un’avventura che non vediamo l’ora di continuare.



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